martedì 22 aprile 2014

Dea Terra. La bellezza passa dai prodotti del nostro territorio



Zafferano, iris pallido, tartufo bianco d'Alba, mandorle dolci, nocciola tonda gentile... non sto elencando gli ingredienti di una ricetta, ma di una linea beauty che valorizza le eccellenze italiane facendo vivere sulla pelle un'appagante esperienza sensoriale. Parola di chi l'ha provata. Con la sua gamma di prodotti di qualità indiscussa, completamente naturali, privi di parabeni, petrolati e olii minerali, Dea Terra regala un effetto benefico al viso e al corpo. L'azienda unisce la tradizione delle antiche ricette cosmetiche rinascimentali alle più avanzate tecnologie per assicurare una parentesi edonistica davvero unica e perfetta per l'uomo come per la donna. Simbolo del lifestyle italiano, il brand viene proposto e distribuito in alcuni dei più prestigiosi hotel della penisola, in spa e profumerie selezionate e punta su concetti quali esclusività, naturalità, sostenibilità, performance e sensorialità. Io ho "vissuto" il trattamento Dea Terra presso l'elegante salone di bellezza Primo Piano di via Giolitti 2 a Torino e sono rimasta conquistata dai sorprendenti effetti benefici di questi prodotti che sanno amplificare i sensi. Alla texture vellutata e corposa si unisce infatti l'aroma delle creme e degli olii che regalano alla pelle ora una freschezza improvvisa ora un calore "dolce". Potente nei risultati, Dea Terra è il perfetto mix di efficacia e piacevolezza. Una coccola che vi consiglio assolutamente di provare.
Per info www.dea-terra.com e tutti i social media






 




venerdì 11 aprile 2014

A colazione con...

Fabio Barovero
musicista, compositore, produttore



Conosco e stimo profondamente Fabio e la sua musica. Co-autore e musicista co-produttore di tutti gli album dei Mau Mau dal 1991 al 2011, oggi collabora con Stefano Mordini, Alessandro d'Alatri (Nastro d'Argento per le musiche del film La febbre), con Ferdinando Bruni e Valter Malosti in teatro. Fabio è anche co-autore e produttore di tutti gli album della Banda Ionica e di Saba Anglana, autore delle musiche di Masterpiece e di numerose sigle per le trasmissioni di Radio Rai e di quella ufficiale del Torino Film Festival dal 2007 al 2013. Ultima, ma solo in ordine di tempo, è la realizzazione della colonna sonora del film La luna su Torino di Davide Ferrario con il quale collabora da tempo.
Ho raggiunto Fabio nel suo studio di registrazione, uno splendido mulino sulla Dora nel quale l'atmosfera è sospesa e l'energia è positiva, per scoprire come nasce la colonna sonora di un film.


Fabio, come definiresti il soundtrack de La luna su Torino?
"Una melodia che galleggia sui tetti di questa città che si fa suono, immagine dopo immagine. Lavorare con Ferrario stimola la creazione di un'originalissima pittura: occorre far convivere cultura alta, bassa e tecnologica".
Quali sonorità hai inserito per questo progetto?
"Il sound è balcanico, francese, schubertiano e risente dell'esperienza pregressa con le bande di paese. Nel cinema di Ferrario c'è una musicalità che ricorda gli anni '60, con orchestre eleganti, mentre io volevo apportare un segno popolare, ma con una levatura più colta. Secondo me il film è una poesia sul pentagramma".
La tua ispirazione?
"Le musiche sono parte integrante del lungometraggio quanto la parola e la fotografia e per costruire l'inedita architettura della Torino raccontata nel film, suggestiva e misteriosa, mi sono rifatto alle bande del Mediterraneo e alle sonorità mitteleuropee. Sul 45° parallelo ideale dell'opera di Ferrario, che è anche l'ubicazione geografica di Torino, convivono i liuti arabi, i valzer, la banda popolare, la kora senegalese, il friscalettu siciliano e il dub giamaicano".
Hai uno schema quando lavori alle musiche di un film?
"Assolutamente no. Scrivo, plasmo e reinvento di continuo anche perché il confronto con il regista è costante e mutevole. Davide Ferrario ha soppesato più volte tutti i brani e alcuni sono stati tolti in fase finale, altri sono stati inseriti. La melodia più bella per un film è quella che funziona e quindi io mi presto totalmente. Il compositore deve scrivere, ma solo con la conoscenza può trasgredire. Lavoro con i sincretismi musicali da sempre e l'organico che utilizzo è una sorta di orchestra ibrida o di banda alla quale si aggiungono gli archi di Davide Rossi, Simone Rossetti e Federico Marchesano".
Per La luna su Torino hai coinvolto anche Carlotta e Dente. Come è nata la collaborazione con loro?
"Ferrario mi ha fatto ascoltare alcuni brani di Joanna Newsom, cantautrice e arpista statunitense, e mi ha detto che voleva questo tipo di melodia per le scene degli interni della stanza di Maria, la protagonista. Qualche settimana dopo ho avuto occasione di ascoltare Carlotta, che non conoscevo, ed ho scoperto che era perfetta così l'ho coinvolta nel progetto e insieme abbiamo provato nuove strade. Il suo tema ha uno stile inglese che mi piace molto. Dente, invece, è stata una scommessa. La traccia Torino sulla luna non era preventivata, ma la sua voce ricca di armoniche era ideale per dare leggerezza al film. Nella musica si uniscono le chitarre, l'ukulele di Cesare Malfatti, chitarrista dei La Crus, e un ensamble di fiati dei maestri della Banda Kadabra".
Dove troviamo le musiche del film?
"Su ItunesYouTube e su tutte le piattaforme digitali. Il lavoro è edito da Peermusic Italy, etichetta che negli States segue Rihanna, Raphael Gualazzi e altri artisti".













martedì 1 aprile 2014

Cosa mi metto?

Se lo domanda ogni giorno ciascuna donna che, dall'alba al tramonto, vive più vite. Se lo è chiesto la personal shopper Giuseppina Sansone, che sabato 22 marzo ha firmato il workshop che si è tenuto presso il Circolo dei Lettori di Torino durante Voce del Verbo Moda. Sempre più spesso ci è imposto di essere versatili e di passare con disinvoltura da una riunione di lavoro all'incontro con le insegnanti dei figli, dalla parentesi shopping alla serata con il partner e spesso non si ha la possibilità di cambiare abito. Esistono poi delle situazioni borderline nelle quali il look sbagliato può compromettere il proprio futuro. Qualche esempio? Il primo colloquio di lavoro o, perché no, il primo incontro con lui. Essere generose con le scollature o avare con la stoffa della gonna, indossare stampe animalier come se si dovesse affrontare un safari o, ancora, sfoggiare un make-up appariscente non contribuisce certo a creare un'immagine seria, professionale e sofisticata.
La regola è una sola e molto semplice: c'è un luogo ed un momento giusto per ogni look.


Oltre alle due appena descritte, Giuseppina Sansone ha individuato altre situazioni nelle quali indossare l'abito giusto fa la differenza. Per un brunch con le amiche, così come per fare shopping o per viaggiare, meglio adottare uno stile easy e pratico, magari accompagnato da accessori che fanno la differenza. Largo quindi ai sunglasses, ai cappelli, alle scarpe ultra flat e, perché no, ad una spilla vintage. Per la domenica di Pasqua meglio scegliere uno stile bon ton, magari floreale per essere in sintonia con la primavera, mentre per un cocktail party è possibile osare con abiti che disegnano la silhouette, sandali gioiello e collane che diventano protagoniste. Una parentesi a sé merita il matrimonio, spesso esempio di cattivo gusto. Le ospiti devono evitare colori, lunghezze e ampiezze che richiamano l'abito della sposa e devono ricordare che si tratta di una cerimonia e non di una gita al mare! Naturalmente esistono differenze tra giorno e sera e la location ha la sua importanza. Una cerimonia shabby chic è ben diversa da una elegante e paludata.
Al termine dell'incontro, la personal shopper ha accompagnato le sue ospiti nel nuovissimo flagship Marella di via Lagrange: un ambiente accogliente e raffinato di 250 mq che si rifà al concetto di casa inteso come luogo intimo, femminile e simbolo dell'italianità nel quale il rosa, nelle sue molteplici nuances, è icona di una donna sensibile e femminile, garbata e seducente.


Nella boutique Marella è stato possibile provare, anche grazie alla disponibilità e alla professionalità del personale, alcuni degli abiti selezionati da Giuseppina Sansone per i diversi eventi trattati nel workshop: un modo divertente e glam per sperimentare quanto sia fondamentale individuare il look giusto a seconda delle occasioni. Per me Giuseppina Sansone ha scelto un look per il giorno di Pasqua. Il risultato? Eccolo!











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