venerdì 2 dicembre 2011

a colazione con...

Maurizia Pennaroli
personal shopper


Che cosa significa essere una personal shopper a Torino?
"In Italia, in generale, l'idea del personal shopper è diversa rispetto agli States: a noi i clienti non chiedono di comprare diamanti e auto di lusso, ma abbigliamento e food. Le signore torinesi vogliono una consulenza di moda o perché desiderano cambiare look o perché cercano negozi nuovi rispetto a quelli in cui si servono abitualmente. Un altro settore molto forte in città è quello enogastronomico: i turisti ci riconoscono delle eccellenze in fatto di vino e cibo".
Chi si rivolge a te?
"Soprattutto persone in visita a Torino che approfittano dello shopping per conoscere la città e i suoi locali storici. Poi molte neolaureate che devono iniziare la carriera professionale ed hanno bisogno di un'immagine adeguata, ma hanno a disposizione un budget contenuto, le mamme delle future spose e le signore che cercano uno stile in linea con l'età e la taglia. Con molte clienti ho creato un rapporto di fiducia e un percorso che le ha portate lentamente a cambiare il proprio look".

Quale iter occorre seguire per diventare personal shopper?
"Bisogna essere preparati: io ad esempio ho seguito un corso organizzato dall'Ascom ed ho studiato la realtà commerciale di Torino. Occorre anche essere attenti alle tendenze, anche quelle meno urlate, ed essere informati su tutto: food, design, bigiotteria, antiquariato, moda e non solo. Occorre poi saper ascoltare le esigenze dei clienti e concentrarsi su di loro, perché le due ore con una personal shopper devono essere una coccola".

Un aspetto difficile della tua professione?
"I primi istanti dell'incontro, quando devi conoscere una persona e capirne immediatamente i gusti e le esigenze. A volte ci sono clienti che non vogliono farsi consigliare per cui il mio ruolo diventa quasi scomodo".
Un bilancio?
"Sono molto soddisfatta: aiutare le persone è piacevole. A volte donne che si sentono goffe o poco femminili acquistano sicurezza e mi ringraziano per il supporto psicologico che ho dato loro. Ho una clientela fidelizzata e questo mi fa piacere, ancora più dei complimenti che ricevo".
Un momento del tuo lavoro che ti è rimasto impresso?
"Un marito che ha regalato alla moglie un incontro con me dopo la gravidanza. Un modo per farla sentire bella e sicura di sé".




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